Trattamento Melanoma Stadio IV

Terapia chirurgica
La terapia chirurgica è da valutare in base alla clinica e nei casi in cui si possa arrivare alla rimozione completa delle metastasi sia in sede cutanea che in sede viscerale.

Terapia medica delle metastasi
La chemioterapia sistemica è il trattamento di scelta per la malattia metastatica non operabile.
Il regime monochemioterapico che ha fornito risultati migliori è quello con dacarbazina (DTIC) che ha ottenuto una sopravvivenza mediana da 6 a 11 mesi. Solo nel 2% dei casi si è avuta una sopravvivenza libera da malattia superiore ai 6 anni.
Le sedi che danno una risposta migliore sono i tessuti molli e i polmoni.
Altri farmaci considerati attivi nel melanoma della pelle sono le nitrosouree, cisplatino (CDDP), alcaloidi della vinca , taxani, temozolomide e fotoemustine.
E’ risultato da vari studi [24] che un regime polichemioterapico non ottiene risultati migliori in termini di sopravvivenza globale rispetto alla monochemioterapia con dacarbazina.
Quindi la scelta tra mono- e poli-chemioterapia è basata su scelte cliniche.
Per quanto riguarda l’immunoterapia i composti maggiormente usati sono l’interferone e l’interleukina-2. I sintomi dati dall’interferone come effetti collatorali sono rappresentati principalmente da astenia, mialgie, febbre, leucopenia e piastrinopenia, mentre quelli dell’interleukina-2 sono sintomi simil influenzali, febbre, ipotensione, sindrome da aumentata permeabilità capillare, con oliguria, edema e neutropenia. Sebbene la combinazione di IFN e IL-2 si sia dimostrata sinergistica in vitro, i risultati in clinica sono stati deludenti.
Il regime di biochemioterapia con DTIC, cisplatino e interleukina-2 è in grado di indurre il 60% di risposte obiettive col 23% di risposte complete di cui la metà sono di lunga durata, a prezzo di un’alta tossicità sistemica che ne controindica l’impiego in tutti i pazienti. Per questo motivo sono stati formulati regimi di polichemioterapia con dosi basse di interferone e interleukina-2, somministrabili in regime di day-hospital, che danno percentuali di risposte obiettive tra il 30-50%, ma non hanno fatto osservare percentuali accettabili di pazienti lungo-sopravviventi [25, 26]. Al momento la biochemioterapia è indicata in pazienti giovani con metastasi polmonari o ai tessuti molli, coadiuvata eventualmente dalla chirurgia delle lesioni residue.
Vaccini e terapia genica al momento sono solo trattamenti sperimentali.

Radioterapia
La radioterapia è indicata come trattamento palliativo in caso di compressione midollare, metastasi ossee, cerebrali e a scopo palliativo per il controllo del dolore.

 
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